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La Cappella votiva

Olio su tela buona

Dimensioni210x130 cmArtistaAlessandra GaspariniShare

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Tanti quadri sono composti da più tele, alcuni di questi nascono già con il progetto di essere composti da più tele, altri invece no.

Questo succede perché un pittore compra una tela per un progetto definito e cerca di calibrarlo nella dimensione e nelle proporzioni della tela acquistata.

Questo quadro finiva dove finiva la prima tela, successivamente però all’artista il soggetto non andava più bene, questa ragazza doveva assolutamente prendere un respiro più ampio e avere più spazio.

Aggiunge così un pezzo di tela, che dia un’altra vita, e con l’aggiunta di questo nuovo pezzo di tela è cambiato il quadro. Questo vuol dire che tu parti con un’idea e la tieni, facendo di tutto per tenerla originale,  poi arriva un momento in cui il quadro comanda e diventa così una contrattazione continua tra il progetto originale, il tempo impiegato e dove ti porta il quadro. Ad un certo punto si cede, l’artista stessa dice “ho ceduto e ho rispettato la sua volontà, che era più grande della mia”.

Aggiungendo la tela è diventato un altro quadro, un altro progetto. Il volto di lei, inizialmente, era un altro, con questo pezzo è cambiato anche il volto della ragazza, prima aveva un viso più impositivo.

Il tema del quadro che la narrazione del racconto ha imposto è, invece, un volto che nella fronte è quasi di marmo, ha come delle venature di marmo, da questo dettaglio nasce proprio il nome di “Cappella Votiva”. Mi è venuta proprio l’idea di costruire la vita con tutti gli ex voto, che sono tutte le nostre idee, i nostri pensieri, la costruzione di una vita intera che è tutta aggrovigliata, raffigurata da questa gonna che non ha un senso logico: ha un volume molto più ampio di una gonna normale, non ha né capo né coda, anche in questo caso sembra, ma non è. In questi panneggi, semi nascosti o evidenti, c’è tutta la nostra vita, la morte, il destino, quello che abbiamo fatto in vita, il marmo che diventa morbido, che si fa manto, e, come in altri quadri, la graniglia diventa gonna. In questo caso il marmo diventa manto, ed è una morbidezza che avvolge tutta la ragazza raffigurata, fino a diventare un velo in cima al quadro. Non ha nessun inizio, non ha uno scollo, è una soluzione unica: il volto, il collo, le spalle e questo marmo morbido che avvolge e che, nella parte di tela aggiunta, diventa più solido, diventa gradino, come se fosse la possibilità di un accesso a una vita e alla morte.

I due pennelli: il pennello in alto a destra si chiama Louvre e quello in alto a sinistra si chiama Galleria.  Questo perché, in tutto quello che un pittore fa, è sorretto dai musei e dalle gallerie, che tengono aperta la possibilità di continuare a lavorare.