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Anima, Alberi, Cielo, il titolo è scritto capovolto, come pure il quadro è capovolto.
La protagonista vive in un mondo sottosopra e cerca di capire che cosa le stia succedendo, non essendo tanto chiaro nemmeno a lei.
Il cielo sotto di sé è quasi vuoto, ci sono solo tre alberi che suscitano un senso anche di solitudine. La grande forza di questa ragazza è fare di tutto questo, anche dell’incompreso, un vestito, una sua vita, ed è quello che succede poi nella vita di tutti noi, ovvero il tentativo di capire a mente lucida quello che viviamo mentre lo viviamo, che è la cosa più difficile, e altrettanto difficile è capire come reagiamo ai vari avvenimenti. Lei fa di queste domande il proprio vestito, il titolo è capovolto, il quadro è capovolto, ma lei è dritta, è lucida e si veste di quello che ha, un bosco sopra di sé e un cielo sotto, un vuoto, che non è vuoto.
Ci sono quadri il cui fulcro centrale, il peso massimo, è dato proprio dall’espressione del personaggio, che è proprio carattere. E Amina Irebla Oleic è decisamente uno di questi. La ragazza ha l’occhio attento, vigile, e l’altro occhio ha un monocolo, col quale scruta, veramente. Questo è l’intento reale ed ultimo dell’artista, l’imperscrutabile, lo sconosciuto, tutta quell’operazione che noi dobbiamo fare tutte le volte che la vita diventa capovolta e questo succede spessissimo, che la vita sia capovolta, che il mondo sia capovolto. E lei ha questi due occhi, molto attenti, che scrutano.